giovedì 18 agosto 2011

contro l'antiarte e l'antivita

Compro una rivista oggi pomeriggio.
Si chiama Inside Art.
Tra articoli vari uno colpisce in particolare suscitando un senso di disgusto che  forse da tempo non provavo allo stesso livello, nonostante di cose disgustose ne vedo ogni giorno in giro.
Hermann Nitsch, che non mi va di chiamare artista, con la sua Action 130 è riuscito a meritarsi 4 pagine intere, forse l'articolo più esteso della rivista, ma addirittura è riuscito a trovare spazio alla Biennale!!!
Sono senza parole... l'happening è qualcosa di veramente schifoso, che chi scrive questo articolo si prende la briga di chiamare opera d'arte. Una orrendo e lugubro svolgersi di azioni raccapriccianti che coinvolgono persone che sono capaci di riuscire ad eccitarsi in un mare di sangue e gesti che pure vengono descritti con entusiasmo ( e con parole degne di una rivista porno, ma di basso livello) dalle ragazze ,amanti che hanno partecipato all'impiastro di orgia sangue che viene definito "teatro delle orge e dei misteri".
Riporto le parole della ragazza coinvolta: "...Mi sono sentita veramente viva  e questa è l'essenza di Nitsch; qualsiasi cosa tu faccia, in qualsiasi momento tu sia, vivi la tua vita al massimo in tutti i suoi aspettie, più importante, ti diverti facendolo..."
Delle tante frasi di questa "gentile eroina", riporto soltanto queste, perchè le altre sinceramente preferisco non scriverle, come preferisco non pubblicare sul mio blog nessuna delle foto pubblicate invece a pagina intera su questa rivista, che, tra l'altro ,non si è nemmeno degnata di fare una critica a tale scempio.

Ma d'altronde queste forse sono le parole che più contano di tutto il resoconto della giovane ragazza, perchè ci fanno capire che in questa società malata, ci sono persone che fanno cose malate e vanno alla biennale, ma ci sono altrettanto persone che riescono a pensare che per vivere appieno la propria vita bisogna rendersi complici di tali perversoni.
In una società d'altronde, che ci offre continuamente, quotidianamente attraverso i mass media, che non sono fruiti da una cerchia di persone come le riviste d'arte, ma da una MASSA di persone come esplica la parola stessa mass-media, una valanga di immagini ai limiti tra il porno, il violento, il macabro, il perverso, anche solo guardando il telegiornale (il quale dovrebbe informarci  e invece ci bombarda di ipocrisie senza mai omettere di far vedere scene che potrebbe anche gentilmente non sbatterci in faccia a tutte le ore).... non mi sorprende che possa meritare tanto spazio una tale bassezza.
L'arte contemporanea non deve essere un mondo idilliaco, privo di crudezze, o almeno non solo, perchè noi non viviamo in un tale mondo idilliaco ed illuderci di questo non sarebbe utile a nessuno.
E' per questo che l'arte contemporanea urla, grida, denuncia spesso, e deve farlo, o almeno, deve fare anche questo, se vuole.
Ma un conto è questo, un conto è azzerare ogni valore umano e assecondare la bruttezza di questa società, il suo malessere, assecondarlo dico, non denunciarlo...

Penso alle utopie artistiche di personaggi come Mondrian, o Malevic, che nella storia dell'arte hanno portato valori all'umanità che ancora adesso, vanno presi come modello, e come esempio di cosa l'arte può fare, perchè tra le tante cose , infinite che l'arte può fare, può insegnarci valori.
Quello che questo fantomatico Hermann Nitsch non fa.
Cosa è la sua,una provocazione? cosa provoca, in che modo? cos'è una denuncia, una critica, uno sfogo????
Non lo so... secondo me è solo un sintomo, ma non delle fine dell'arte, perchè questa frase è stata detta tante volte, ma io non la dirò mai, l'arte non può finire, può solo cambiare.
E' il sintomo della società malata.

Ecco , la mia prima, feroce critica del mio percorso storico artistico.
e la firmo,
Anna Di Matteo.

2 commenti:

  1. concordo pienamente con la tua critica accorata. ciao bambola

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  2. ce l'ho bene presente la roba di cui parli,
    sottoscrivo tutto :)

    (anna come stai?)


    tiziano

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